L'Atlante di Zineb
Chi: Desert Montagne
Le donne dell Atlante sono occupate equamente, nei dieci villaggi sui tuor, nelle strutture e negli uffici
"Dobbiamo creare un label che identifichi i paesi rispettosi della donna, un reseau responsabile tra regioni Maghreb, Haute Atlas, Berbere e tutti i Paesi!". Ha esclamato Zineb Boutkhoum dal palco alla Prima Giornata Marocchina del Turismo Responsabile. Lei è la prima donna guida in Marocco, ed ha personalmente decine di fan tra i turisti che la cercano per i trekking. Come dice suo marito Jean Pierre: "Sono i dettagli in più che fanno la differenza, con una guida donna sull’Atlante".
E infatti Zineb guida gite per famiglie, oppure con i pastori durante la transumanza, o alle città e nelle oasi, ma i suoi favoriti sono i trekking con altre donne, nelle valli di cui lei è originaria. " Nelle valli di Ait Bougmez e di Ait Boulie- ci racconta ZIneb- , durante un viaggio da 4 a 10 giorni, passiamo in una decina di villaggi, e incontriamo tante donne, a volte anche 4 nella stessa famiglia. Si cucina insieme, a Iririne ce n’è una che fa i tappeti e le altre l’aiutano, quando arrivo con gruppi di 10 o 20 turisti ci mostrano i tappeti e chiedono le medicine. Sanno che se sono malate le aiuto, parlo loro di contraccezione, cofrontiamo le culture con le viaggiatrici, se c’è un parto partecipiamo alla cerimonia". Da una parte e dall’altra, di certo, lo scambio culturale e l’amicizia che ne nasce sono importanti, come dice Amina, a Ait Bougmez: "I viaggiatori per me sono la mia famiglia oltre che i miei ospiti". Zineb adora cucinare, e spesso, nelle case che le donne tengono pronte per l’arrivo dei viandanti stranieri, si raccolgono le erbe, si mescolano spezie e ricette delle città regali e delle campagne berbere, si improvvisano corsi di cucina con banchetto finale. Ma tutti sono coinvolti anche nei progressi della comunità, sia l'acquisto di un asino per portare i pesi, sia l'atelier di tessitura, sia l'arrivo dell'acqua in un punto lontano, sia montare l'accampamento per la notte sotto le stelle.
La base di partenza dei tour è la kasbah Dar Daïf, una “maison d’hote” con hammam e menù gourmet, a cinque km da Ouarzazate, un raffinato caravanserraglio, costruito da Zineb e dal marito Jean Pierre Datcharry, precursori nella promozione di prodotti locali, nel rispetto di ambiente, energia, sviluppo, salari decenti, cultura. Il loro impegno etico ha fruttato loro una fila di premi e trofei, ultimo in ordine di tempo, il Prix Public des Trophées du Tourisme Responsable, vinto dal loro tour operator responsabile Desert Montagne, nella Journée Marocaine du Tourisme Durable et Responsable, tenuta a Rabat il 20 marzo 2017.
In Marocco, il turismo responsabile è importante: nel 2016 a Rabat è stata firmata la Carta del Tourisme Durable, che si svolge su tre priorità: protezione di cultura, biodiversità, patrimonio, ambiente; rispetto delle comunità e svilupo locale; e infine adozione di principi di equità etica e responsabilità sociale.
Questa strategia si è inserita anche nelle regole di condotta della COP 22 ospitata a Rabat nel novembre 2016.
Sulla stessa scia, sono ormai avviati in Marocco i premi per i progetti sostenibili: si chiamano Trophées Maroc du tourisme durable, e sono dati ogni anno ai migliori progetti ambientali: ultimi vincitori nel 2017, l’hotel Royal Monsour e Villa Janna, uno elegantissimo 5 stelle in centro e l’altra elegantissimo ecolodge a 8 km da Marrakesh.
INFO
http://www.desert-montagne.ma